venerdì 31 luglio 2009

Si va in ferie...o no?

Cari amici,
oggi si chiude l'anno accademico di Wing Chun al "Tempio di Olimpia". Tirando le somme, è stato un anno davvero entusiasmante, sia per il lento ma progressivo crescere del corso, sia per i nuovi fratelli incontrati lungo la strada. Sono davvero soddisfatto.

Se poi penso a com'è nato il corso, mi viene ancora da ridere...una chiamata strana, di un insegnante, che mi dice: "guarda, me ne devo andare dalla palestra e ti lascio il mio corso, perché mi sembri una brava persona". Io, incredulo, vado a vedere...ad ottobre inizio con 2 iscritti, di cui uno non si farà mai vedere.

Novembre e dicembre li passo con soli due iscritti, di cui uno (che strana gente!) non si fa vedere se non per due volte... L'altro assiduo frequentatore, in sostanza, s'è fatto due mesi e mezzo di lezioni private! Infatti, al primo stage cui partecipa, fa un figurone! E bravo il buon Davide...

Arriva nella famiglia la brava Emanuela, buone doti innate, tanta voglia di apprendere e poca fiducia in se stessa. Dopo un approccio un po' difficoltoso per chi proveniva da altre associazioni, anche lei ha iniziato a macinare ed a premere sull'acceleratore. Si presenta al primo stage utile e fa volare un praticante "anziano" con sei anni di studio alle spalle... Che dire? Brava pure Emanuela!

Il resto dell'anno ha visto un lieve aumento quantitativo, ma un esponensiale progresso qualitativo! Pian piano mi hanno raggiunto il fedelissimo Marco ed alcune vecchie conoscenze, che hanno dato il meglio di loro stessi. Oggi posso dire di avere un gruppetto davvero ben assortito, forte, compatto ed allenato!

Una nota a parte dovrei scriverla per l'ingresso di un vecchio amico di scuola, che con estremo piacere ho ricevuto ed adottato come fratello nella nostra piccola comunità marziale, il bravo Lorenzo. Con la sua altezza e la sua dedizione è riuscito a fare passi da gigante in pochissimi mesi di pratica. Con qualche presenza alla nostra amata "tana" si classifica tra i primi nella scala dei praticanti intensivi. Continua così!

Tante cose sono cambiate nel corso dell'anno, cari amici. Vecchi amici e praticanti hanno smesso di allenarsi alla vista di alcuni Maestri, altri hanno preferito prendere un'altra Via, convinti della loro scelta. Altri ancora, hanno preferito tornare nella caverna, dopo aver visto la luce, perché, spesso, è meglio infilare la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, per non soffrire.

Io, come pochi altri, ho preferito soffrire, prendermi grosse responsabilità e tuffarmi nel vuoto, per amore del Wing Chun, della Verità e della Giustizia. Tanti Sifu si sono dimostrati tutto tranne quello che avrebbero dovuto essere, mentre altri hanno dimostrato di essere più attaccati a disvalori, che io non ho mai condiviso. Altri ancora hanno scelto la strada del marketing sfrenato, lasciando da parte la gioia di accettare uno studente come il sottoscritto come proprio To Dai. Eppure, dopo un lungo peregrinare, mi pare di vedere una luce, in fondo al tunnel.

Nonostante tutti stiano andando in ferie dai rispettivi lavori, io continuo ad allenarmi, a viaggiare per amore del Wing Chun, della conoscenza e della pratica marziale. Lontano da quei Sifu tutti chiacchiere e sezioni (inventate), sto riscoprendo la gioia di incrociare le braccia con Insegnanti preparati e seri, ma, in modo particolare, umani e gentili. Sto riscoprendo la gioia d'essere To Dai, di essere Allievo e Figlio, di sentirmi coccolato e amato o, quantomeno, preso in considerazione.

Durante l'anno appena trascorso ho dovuto anche chiudere un corso, ad Albano Laziale, per via della cattiva costanza di alcuni Allievi e per le avverse condizioni oggettive (tempo, lontananza, cattivi rapporti, etc.). A seguito di quella chiusura, già triste in sé, dopo un anno e mezzo di cammino insieme, ho chiuso anche i rapporti umani con due ex-fratelli di Wing Chun, ai quali avevo dato la mia amicia, la mia stima e la mia fratellanza. Non riesco a non pensare a come ci si senta nell'apprendere che un proprio amico e fratello abbia riaperto un corso appena chiuso. Che gente!

Però, grazie alla costanza ed alla determinazione, tagliati i rami secchi di quest'albero, sono riuscito a curarlo ed a farlo crescere di nuovo. Oggi posso dire di avere una famiglia di Wing Chun davvero compatta e gioiosa, una comunità marziale che suda, si allena e cresce insieme, senza distinzioni di gradi, livelli o anzianità. Già, perché il rispetto e l'umiltà devono essere due parole chiave di questa famiglia. Chi pensa di entrarvi senza rispettarle, può accomodarsi fuori dalla porta.

Il bilancio dell'anno è comunque positivo, sebbene debba registrare nella mia mente anche altri fatti incresciosi, di cui non parlerò in questo momento, tanto viva ed estesa è la ferita. Sono riuscito a lavorare con tanti Maestri, riuscendo a carpire da ognuno di loro del materiale su cui lavorare: da Sergio Iadarola a Pietro D'Alesio, da Lucio Riccio a Riccardo Vacirca, da Franco Giannone a Massimo Fiorentini. Da tutti sono riuscito a prendere qualcosa, nella loro complessa diversità.

Ora non rimane che andare in ferie dal lavoro...per dedicarsi completamente al Wing Chun, però! Previsti alcuni viaggi a Napoli, qualcuno un po' più vicino e qualche puntata in Toscana, ma, tutto per il Wing Chun! Sarà un mese di lavoro duro sulla Weng Chun Kuen, così come sul ripasso e sullo studio approfondito di Siu Nim Tau, Chum Kiu e Biu Tze, così come vengono insegnate dal Gran Maestro Leung Ting. Sarà un duro lavoro, ma, come sempre, appagante.

Il blog, cari amici, non andrà in vacanza. Probabilmente avrò modo di scrivere un paio di post a settimana. Ci terrei che foste un pochino più attivi con i commenti, perché in alcuni casi ho pensato di parlare al muro e vi assicuro che non è stato piacevole, soprattutto perché quello che scrivo è frutto di ore di lavoro.

Vi auguro buone ferie e, soprattutto, un allenamento proficuo e costante alla ricerca dell'Eterna Primavera
! Ai miei Sidai e Simui un profondo inchino pieno di rispetto!

lunedì 27 luglio 2009

La saggezza del Tempio di Siu Lam del Sud - Lei

Spesso mi capita di allenarmi con i miei amici, alcuni dei quali sono fissati con le tecniche specifiche, le forme, etc. Diciamo che si fermano al primo stadio di conoscenza del Weng Chun Kuen. Non vanno mai oltre. Una delle dieci saggezze basilari del Tempio di Siu Lam del Sud è quella che viene trascritta con Lei o Li.

Ideogramma:

Trascrizione: Lei/Li

Pronuncia: \leih\ (cantonese)

L'ideogramma proviene da (/yù/), la giada, e da (/lǐ/), che significa villaggio e, nel contesto che ci riguarda, interno. Il significato originario dell'ideogramma è trama, come in 纹理 (/wénlǐ/), che significa venatura del legno o venature della pietra. Un vecchio adagio cinese recita: "Lo splendore delle gemme dipende dalla venutara". Sta a significare che è la profondità delle cose costituisce il vero tesoro...

Il concetto di Lei è proprio per questo molto importante nel Weng Chun Kuen, perché rappresenta i principi che stanno dietro i movimenti, le forme ed i concetti profondi. Lo stesso concetto attiene anche al disporre, al regolare, al gestire, al governare qualcosa. In generale, è ciò che sta dietro la forma ed oltre la sostanza.

I principi sono le regole, le leggi e le norme che regolano la nostra azione. Sono le nostre linee di principio, la nostra dottrina nel combattimento e nello stato di quiete. Tutto va svolto secondo i principi ed a questi, solo a questi, dobbiamo essere più fedeli che mai, in ogni azione.

Tai, Lan, Lau sono solo tre dei sei principi e mezzo (Luk Dim Boon) che regolano la nostra arte marziale, ma quando parliamo di Lei facciamo riferimento anche ai principi che regolano l'uso del corpo (Ham Hon, Lok Bok, etc.), oltre a ciò che sta dietro ad ogni singola forma che eseguiamo. Ogni forma ha i suoi principi.

giovedì 23 luglio 2009

Il piacere di un incontro

Voglio condividere con tutti gli amici del blog una bella esperienza. Dopo alcuni anni ho incontrato Sifu Massimo Fiorentini, che è stato uno dei miti dell'IWKA Italia del primo periodo, nonché il primo a dare una mano a noi romani a capire qualcosa dell'uso del corpo nel Wing Chun.

Finalmente, dopo tanto tempo, abbattuti alcuni tabù, ho avuto modo di andare a trovarlo, per conoscerlo meglio, per parlare di tante cose che mi stavano a cuore e per farmi schiarire un po' le idee sul passato, sul presente e sul futuro, soprattutto in merito all'IDPA da lui fondata.

Posso assicurare a tutti gli amici che mi leggono che Sifu Massimo è, se non il migliore, uno dei più preparati Maestri italiani di Wing Chun, senza considerare la sua conoscenza del sistema di Sifu Andreas Hoffmann, per il quale ha curato la traduzione del libro, che ho appena finito di leggere in inglese e, stasera, in italiano. Un ottimo lavoro di traduzione, a dirla tutta, anche troppo fedele (eh eh eh). Diciamo che il libro è davvero buono per chi è a digiuno completo, ma non aggiunge molto a chi ha studiato già qualcosa...

Insomma, cari amici, voglio solo dirvi che la disponibilità, la cortesia, la precisione nelle spiegazioni, la capacità d'ascolto e l'eleganza di Sifu Massimo mi hanno colpito ancora una volta, molto di più di quando lo conobbi anni addietro. Sarà un piacere ed un onore poter lavorare anche con lui, alla ricerca di quello sviluppo dell'arte marziale che sto cercando, con immense difficoltà, di portare avanti.

Purtroppo le difficoltà riscontrate in giro son sempre le stesse: chi ti insegna a peso d'oro, chi ti fa sudare senza insegnarti niente, chi ti fa aspettare mesi prima di risponderti ad una email, chi ti dice che il suo è il solo "prodotto" efficace, etc. Come sempre, un ambiente, quello del Wing Chun, assolutamente disastrato. Mi auguro di poter contribuire, come penso di star facendo negli ultimi tempi, alla costruzione di una diversa visione del mondo in questo ambiente.

Un saluto pieno di stima a Sifu Massimo ed un ringraziamento particolare per la bella giornata trascorsa assieme!

domenica 19 luglio 2009

La saggezza del Tempio di Siu Lam del Sud - Yi

Oggi voglio scrivere qualcosa intorno ad un'altra delle saggezze del Tempio di Siu Lam del Sud, che viene comunemente scritta come Yi.

Ideogramma:

Trascrizione: Yi

Pronuncia: \yì\

Sul significato di questo ideogramma ci sono ben poche divergenze tra i manuali ed i dizionari. In sostanza, tutti riportano il significato di conoscenza, comprensione, apprendimento del senso profondo di qualcosa.

L'ideogramma deriva da (\yīn\), il suono, e da (\xīn\), il cuore. Possiamo leggerlo come "il suono 音 nel cuore 心" e, quindi, la conoscenza profonda ed interiorizzata. A questo tipo di conoscenza, nel Weng Chun Kuen, possiamo ricondurre i 18 principi dei Kiu Sao, i concetti di Heaven-Man-Heart, ma anche le applicazioni di ognuno di questi.

Dopo che un individuo ha colto l'essenza dello Ying, la tappa successiva è quella di capire il senso e la motivazione alla base di ogni movimento. Senza conoscere Yi, c'è solo un movimento dello scheletro, dei muscoli e dei tendini. Con una buona comprensione di Yi, si capisce come integrare l'alimentazione interna al movimento fisico esterno.

L'Arte Marziale può solo migliorare la formazione attraverso l'esercizio ripetuto e l'integrazione di applicazioni: Yi e Ying contribuiranno a migliorare il ritmo di sviluppo.

sabato 18 luglio 2009

La saggezza del Tempio di Siu Lam del Sud - Ying

Attraverso gli anni, la saggezza infinita del Tempio di Siu Lam del Sud è rimasta intatta. Generazione dopo generazione, tutte le conoscenze degli antichi Maestri sono giunte sino a noi, cariche di segreti e misteri. Negli ultimi tempi, i nostri tempi purtroppo, le conoscenze del Tempio sono state manipolate, tenute segrete e, addirittura, vendute a caro prezzo.

Alcuni uomini saggi hanno deciso di condividerle con il resto dell'umanità, chi tramite dvd, chi tramite internet, chi tramite libri e pergamene. Una delle cose più belle che ci sono arrivate sono quelle che vengono chiamate wisdoms, che potremmo tradurre con "saggezze" o "conoscenze". Cercherò di elencarle in seguito, mentre oggi vorrei soffermarmi su una in particolare, Ying .

Ideogramma:

Trascrizione: Ying

Pronuncia: \yihng\ (cantonese)

Le tre linee (彡) rappresentano l'ombra e, quindi, la forma di un oggetto (come nel caso di \yǐng\, inteso come immagine o film). La parte sinistra () formalmente sembra \jǐng\, ovvero "bene" o, allo stesso tempo, "gabbia". Non ha relazioni con \kāi\, "aperto". Per alcuni potrebbe essere un'abbreviazione di \gēng\, "simile all'aratro, fino", nella stessa applicazione di 刑 \xíng\, "punizione". Un'altra teoria, che è quella che descrive l'ideogramma nel contesto che a noi interessa, ci dice che la parte sinistra, (adesso divenuta ) rappresenta semplicemente una cornice, suggerendoci il significato di modello, forma o struttura.

Nel Weng Chun Kuen (Wing Tjun Kuen) il senso di Ying è proprio questo: forma o modello da seguire. Possiamo considerare Ying, quindi, sia le forme specifiche del sistema (Sap Yat Kuen, Luk Dim Boon Kwan, etc.), sia le tecniche ovvero i movimenti (Bong Sau, Kau Sau, Tan Sau, etc.).

In sostanza, quindi, Ying (o Xing) rappresenta tutto ciò che è esterno. Anche se è molto importante per garantire una corretta forma o un corretto movimento del corpo, sicuramente è più importante garantire uno sviluppo parallelo della conoscenza interna, Yi e Li.

Esercitando solo Ying, potremo solo studiare ciò che è superficiale, sotto forma di esercizio fisico, cadendo in una griglia troppo rigida. Si dovrebbe sviluppare in parallelo la volontà mentale, Yi, sviluppando l'energia da dentro. Questa la chiamiamo Chi. La meditazione, lo Zhan Zhuang e le Two Men Set sono una forma di conoscenza interna che integrare gradualmente l'interno e l'esterno.

Ying è in realtà la forma esterna del movimento, mentre noi alleniamo l'interno e l'esterno. Ying è come il timone di una barca, lo utilizziamo quando ne abbiamo bisogno, quando navighiamo, però, abbiamo bisogno anche del motore, di avere un buon motore. Quindi, quando ci alleniamo, abbiamo anche il motore, che possiamo allenare con le Forme a due.

Per completare la similitudine, possiamo dire che un buon timone ed un buon motore non sono sufficienti; abbiamo ancora bisogno di un equipaggio di marinai consolidati che abbiano lavorato insieme senza sosta per spostare la barca. Oppure ci vuole un buon computer con un buon software per governare la nave. L'equipaggio che sta al vogatore o il computer con un buon software sono i driver interni dello Ying.

Questo livello di conoscenza è basilare per la prosecuzione dello studio, perché, senza la forma, non potremmo conoscere tutte le componenti del sistema. Diciamo che è il primo passo per entrare nell'arte mariziale.

venerdì 17 luglio 2009

Lavoro, lavoro, lavoro

La prima legge di un improbabile codice marziale dovrebbe essere questa: "Lavoro, lavoro, lavoro". Da anni mi capita di incontrare persone che iniziano a praticare Kung Fu con l'idea di diventare Sifu, di prendere gradi, di fare "carriera". Tra queste, la maggior parte è alla ricerca della parolina magica, del concetto o del principio che possa essere la scorciatoia per arrivare al loro obiettivo.

Cari amici, nel Kung Fu non ci sono scorciatoie, né parole magiche. Nel Kung Fu c'è il lavoro, duro, costante e serio, niente altro. Sicuramente ci sono i princìpi, le forme, i movimenti, ma non pensate che dopo aver visto qualcosa lo si possieda. Solo ore ed ore di duro lavoro porteranno a qualche risultato.

Questa settimana sono riuscito ad allenarmi un po' più del solito con altri amici. La soddisfazione di tornare a casa stanco, spossato e con qualche livido è indescrivibile. Solo chi l'ha provata sa di cosa parlo. La gioia di allenarsi e di percepire i propri limiti, la felicità di star percorrendo una strada in salita e piena d'ostacoli, ma che ti rende fiero di percorrerla, la soddisfazione di vedere i propri Allievi in costante crescita: questa sono le cose belle di un allenamento tosto ed energico.

Una delle esperienze che va fatta è anche quella di prendere calci e pugni da un amico. Sembrerà strano, ma anche in quel momento la crescita è in atto. A parte il fatto che si percepiscono i propri limiti, è solo rimanendo sotto una scarica di pugni che si capisce pienamente cosa non va nella propria guardia o nella propria strategia.

Grazie al cielo, nel Weng Chun Kuen (Wing Tjun Kuen) le strategie di combattimento, così come i principi, vengono analizzate all'interno dei vari Kiu Sao, con i quali si riesce a districare la matassa delle possibilità di uno scontro. Dalla lunga alla corta distanza, dal basso all'alto, dalla sinistra e dalla destra, tutte le angolazioni e le combinazioni hanno il loro campo di studio. Niente di più utile, a mio parere, per comprendere l'intrinseca funzionalità del sistema.

Sono sempre più convinto che, al di là delle forme, questo sistema sia davvero buono per le diversità di contesti di allenamento che puoi utilizzare. Ultimamente mi sono soffermato molto sullo studio del combattimento con le braccia, perché ho preferito lavorare sulla stabilità e sul radicamento a terra, ma nel prossimo futuro inizierò a focalizzare l'allenamento sulle gambe e sui princìpi che vi possono essere applicati.

Questo post lo dedico a tutti quelli che dicono di praticare da anni, ma che non sono mai andati oltre le tre orette settimanali; a tutti quelli che escono dalle palestre con le magliette asciutte; a tutti quelli che pensano che con la piattaforma del Chi Sao (Yip Man Wing Chun) si possa imparare a combattere; a tutti gli amici persi per strada, perché hanno capito che questa via davvero molto difficile.

mercoledì 15 luglio 2009

La differenza la fa il sudore

Con questo post direi di iniziare a diminuire la quantità delle pubblicazioni, perché mi pare uno spreco scrivere tutti i giorni anche d'estate, quando i lettori diminuiscono... Cercherò, comunque, di tenere alta la qualità, come spero di aver fatto finora.

Ieri ho lavorato duramente con due miei amici ed allievi, sia sul Dan Chi Sao, che sul combattimento libero. Dopo una prima fase di lavoro duro, muscolare, per riscaldamento, abbiamo iniziato a praticare in maniera più fluida, più lenta e più tecnica.

Nonostante questo, dopo tre ore di lavoro intenso, le magliette sudate non si contavano, così come le bottiglie d'acqua bevute... Un vero piacere, cari amici! In questo modo, al contrario di tante altre comunità marziali del mondo del Wing Chun, noi continuiamo a credere che la differenza tra un artista marziale ed un semplice praticante amatoriale la faccia il sudore.

Sì, cari amici, il sudore è il valore aggiunto di ogni gruppo di studio che voglia raggiungere un qualche obiettivo all'interno di un'Arte Marziale. Stante il fatto che l'allenamento sull'affinamento tecnico e su altri importantissimi argomenti non deve essere lasciato da parte, io sono uno di quelli che ritiene lo sparring e l'allenamento intensivo come basi per la crescita costante degli allievi.

Visto che questo blog deve fungere anche da raccordo della nostra piccola comunità di arti marziali, vi scrivo di seguito i prossimi appuntamenti...

Oggi: 17:00-20:30 a Ciampino
Domani: 16:00-20:00 a Ciampino
Venerdì: 17:00-18:30 al Parco e poi 19:30-21:30 al Tempio di Olimpia
Sabato: 10:00-13:00 al Parco
Domenica: 10-13:00 al Parco
Lunedì: 17:00-18:30 al Parco e poi 19:30-21:30 al Tempio di Olimpia
Martedì: 17:00-20:00 a Ciampino

Ovviamente l'invito, come sempre, è esteso a tutti quelli che hanno voglia di allenarsi in serenità ed amicizia, ma con serietà e determinazione. Non si facciano sentire perditempo e filosofi dell'ultima ora... Per sapere con precisione dove ci vediamo, contattatemi su Facebook o via email, tanto trovate tutto qui al lato sinistro del blog.

PS: il corso al Tempio di Olimpia termina il 31 luglio. Riprenderà il 2 o il 4 settembre, potenziato, con 6 ore settimanali di base, lunedì, mercoledì e venerdì, 19:30-21:30.

lunedì 13 luglio 2009

Veg(etari)ano è meglio?

Dopo un giorno d'assenza (il primo dalla nascita del blog), eccomi di nuovo tra di voi per trattare un argomento a me molto caro ovvero il rapporto tra l'Arte Marziale e l'etica. Nello specifico, oggi vorrei trattare la questione del vegetarismo.

Partiamo subito dalla considerazione principale: ognuno è libero di alimentarsi nella maniera che ritiene più consona alla propria natura. Fatta questa premessa, mi pare quai obbligatorio dire subito a tutti che io sono vegetariano (latto-ovo), anche se provengo da 3 anni di alimentazione vegana (assenza completa di alimenti di natura animale). In totale, sono vegetariano da 8 anni. Mi pareva giusto dirvelo, per correttezza.


Da quando ho iniziato a leggere testi della tradizione induista, più di dieci anni fa, ho iniziato a coltivare l'idea di abbandonare l'alimentazione carnea, per tutta una serie di ragioni, non ultima quella etica, che mi ha condotto anche a praticare inizialmente Wing Chun, perché avevo letto delle sue origini che affondavano nel tempio di Siu Lam.

Attraverso i primi studi di glottologia e linguistica ebbi modo di approfondire la storia del sanscrito, delle influenze orientali sulla cultura occidentale e temi correlati. Da tutta questa ricerca, affascinato dalla cultura orientale, decisi di diventare vegetariano. Da un giorno all'altro decisi di privarmi di tutti i cibi derivati dagli animali e divenni vegan. Non immaginate l'impatto che questa scelta ebbe sulla mia vita.

Iniziai a sponsorizzare questa scelta, un po' come fanno tutti i "convertiti", raccontando ad amici e conoscenti gli aspetti benefici e salutistici di questa scelta etica ed alimentare. La cosa che, però, mi colpì in maniera particolare fu la notevole capacità di resistenza che acquisii... Questa è la ragione che oggi mi ha spinto a parlarvi di questa scelta.

Al di là dell'aspetto etico, di cui parlerò, vorrei porre alla vostra attenzione il fatto che la scelta vegetariana raddoppia la resistenza alla fatica ed aumenta la capacità di ripresa in un tempo cinque volte inferiore ad una persona "normale". Se ci pensate bene, gli animali più forti e resistenti sono erbivori: il bue, il cavallo, il bisonte, il rinoceronte, l'elefante, il gorilla, il toro, etc.

Evito di trattare l'aspetto scientifico di questa scelta, perché non è il mio campo e non è stato tra i motivi della mia conversione, anche se potrei citare gli studi di Veronesi, Pecchiai, Dulbecco, Greco, Keys, etc., che hanno apportato notevoli sviluppi alla ricerca sulla carne, sostenendo che, in tutta evidenza, fa male.

Veniamo ora all'aspetto etico della scelta veg(etari)ana. Partiamo dal presupposto che la cultura dell'amore e del dono è in aperta contraddizione con quella della reclusione e dell'uccisione. Mangiare la carne (intendo anche il pesce, etc.) significa affermare la supremazia del piacere sulla vita di altri esseri viventi. Penso che solo dopo aver rimosso la cultura del mattatoio si potrà auspicare la nascita di una cultura della vita, dell'amore e della condivisione.

Ogni anno vengono distrutti 300 mila chilometri quadrati di foreste per far posto agli allevamenti intensivi di animali. Servono 20 mila litri d'acqua per "produrre" un solo chilo di carne bovina, per esempio, mentre ne bastano 200 litri per un chilo di grano... L'industria della carne è tra le prime cause dell'inquinamento della terra, dell'acqua e dell'aria.

A parte questi dati, comunque sconcertanti, l'uso di carne e pesce abbassa la frequenza energetica dei Chakra, rendendo più difficoltoso qualunque tipo di lavoro che consuma energie: l'energia scorre più lentamente e può bloccarsi causando malattie nei vari organi. Le persone, in questo caso, tendono ad essere più aggressive e tese, perché vengono sollecitati i Chakra istintuali.

Modificando l'alimentazione inizia un processo di depurazione, che rimette in funzione i Chakra, potenziando sia l'aspetto mentale e spirituale che quello fisico. L'energia della persona diventa più armonica ed equilibrata, aumentando la vibrazone complessiva e, piano piano, avvicinando la percezione delle dimensioni superiori.

La questione che mi sono posto sin dall'inizio della mia pratica marziale è proprio legata all'alimentazione ovvero se l'assenza di carne nella dieta del praticante possa apportare dei benefici in termini psico-fisici. Per quel che mi riguarda la risposta è affermativa, perché ho notato più volte, durante la pratica, che la mente e la sensibilità dei vegetariani è più aperta e ricettiva ai Principi dell'arte marziale, rispetto a chi fa uso - specie smodato - di carne.

Con questo non voglio dire che tutti si debbano convertire a questo tipo ti alimentazione o scelta di vita, ma ci tenevo a proporvi questa serie di riflessioni, perché ritengo che una vita dedita all'amore dell'altro e all'etica stessa del rispetto delle creature esistenti sia un buon viatico per la comprensione delle radici filosofiche del Siu Lam Weng Chun.

Se pensate, poi, che famosissimi atleti dei giorni nostri sono vegetariani, allora un pensierino potreste pure farcelo...pensiamo a Dave Scott, l'unico al mondo ad aver vinto per sei voltal'Ironman Triathlon, oppure a Miles, campione del mondo di tennis per 10 anni. Un po' di nomi sparsi: Emil Deriaz, che detiene il record mondiale di tiro alla fune; Zbysko, campione di lotta libera; Maurizio Zanela, scalatore di montagne senza attrezzi; Piero Venturano, 2 volte campione del mondo di tutte le categorie di culturismo; Enzo Maorca, campione mondiale di immersione; H. Crooks, novantenne che ha scalato per ben 26 volte il Monte Witney (4.000 metri) ed è vegetariana dalla nascita; Carl Lewis, vegan, campione olimpico di salto in lungo e di velocità; etc.

Sarà un caso che i Monaci non si cibassero di carne? Sarà un caso che gli iniziati di tutte le più disparate religioni non si siano cibati di carne? Sarà un caso che il Tempio in cui è nato il Weng Chun fosse proprio quello di Siu Lam,
nel quale un monaco indiano, Bodhidharma di Madras, dopo una meditazione durata 9 anni, diede luogo alla disciplina denominata Chan (Zen in giapponese), che dovrebbe direzionare le nostre ricerche interiori (per non perdere uno dei tesori del Tempio)?

sabato 11 luglio 2009

Lineage Mai Gei Wong

Per il ciclo "allarghiamo la mente", oggi vorrei presentarvi questi interessantissimi video di una famiglia di Wing Chun, che penso vadano visti, sia per cultura generale - non esiste solo il Wing Chun Yip Man tramandato da Leung Ting -, sia perché ci sono dei movimenti della Chum Kiu che vanno ben analizzati.

Si tratta di un paio di dimostrazioni della Chum Kiu e di alcune sue applicazione del lineage Mai Gei Wong, nonché della presentazione di altre forme molto vicine a quelle del Tai Chi Chuan. Guardate con attenzione i movimenti circolari di questa famiglia di Wing Chun, perché nascondono un livello di comprensione dei principi del combattimento che non ho trovato in altre famiglie.

Al di là di questo, mi pare importante tenere aperta la mente a tutte le esperienze marziali, perché il curriculum di un artista marziale non può e non deve esaurirsi con un sistema o, peggio ancora, andare alla ricerca della fine di un sistema, con avidità e fretta. Bisogna godere della conoscenza e, per far questo, bisogna saper apprezzare la differenza, la ricchezza e la varietà dei sistemi esistenti, studiando al meglio ciò che ci è possibile in questa vita.

Da notare anche il loro tipo di Chi Sao, che non parte dalle piattaforme canoniche del sistema del GM Leung Ting. Bisogna davvero rimanere a bocca aperta nel notare le notevoli differenze, ma anche le grosse somiglianze tra i vari sistemi, a parte i nomi e le provenienze storiche.




venerdì 10 luglio 2009

Un esercizio per il Chi Kung e per la respirazione

Un piccolo inciso...

Cari amici del blog, sono state superate le 1000 visite uniche! Che significa? Il contatore registra l'ingresso di un IP durante tutta la giornata. In questo modo, anche se entrate 30 volte al giorno, il contatore registrerà sempre e solo una visita. Dal 4 giugno al 10 luglio sono passate da queste parti circa 40 persone al giorno. Colgo l'occasione per ringraziarvi tutti, perché quello che è nato un po' come gioco un po' come uno sfogo personale sta diventando un punto di ritrovo diamanti e praticanti di Wing Chun e di Weng Chun. Mi fa molto piacere... Un ringraziamento particolare per questo piccolo successo va a tutti gli amici che sono diventati sostenitori, a quelli che intervengono ed a tutti i detrattori, che sono costretti a leggere quello che scrivo, per poterlo criticare...

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Poiché un caro amico mi chiede spesso di scrivere sulla respirazione da adottare durante lo studio, ho pensato fosse giusto iniziare con un piccolo esercizio per la coltivazione del prorio Qi e per la respirazione profonda. Partiamo con le indicazioni...

Per eseguire questo esercizio ci si può sedere al centro di una stanza, dopo avere cambiato l'aria, cercando di conservare la propria intimità per il maggior tempo possibile. Se la posizione di seduta non è comoda mettete un cuscino sotto ai glutei,in modo da non avvertire tensione durante il lavoro.

Gli occhi possono essere mantenuti chiusi o socchiusi. Se chiusi lo sguardo è puntato in avanti (verso l'orizzonte). Se socchiusi, lo sguardo passa dalla punta del naso e cade a terra. Generalmente è bene iniziare a lavorare con gli occhi socchiusi per evitare di addormentarsi.

Rilassate prima tutta la parte alta, partendo dalla testa, passando per collo e spalle, per poi arrivare a petto, braccia e addome. Allineate la colonna vertebrale in modo naturale senza forzare, rientrando leggermente il mento per distendere meglio le vertebre cervicali.

Iniziamo ora il lavoro di respirazione. Liberate la mente da qualsiasi pensiero. Prima di iniziare eseguite delle respirazioni contando un numero da uno a dieci ad ogni espirazione: questo permette alla mente di acquietarsi. Ora ascoltate il respiro senza interferire. Mestre espirate, concentrate l'attenzione su una delle seguenti parole, pronunciandola mentalmente sino a che non raggiungete lo stato mentale prefisso: "Silenzio" (si tratta di ritrovare uno stato naturale delle cose, ascoltando il silenzio che c'è nel profondo dell'essere); "Pace" (la pace va indirizzata alla mente, all'universo, al corpo e alle sue membra, al respiro "pace con il proprio quadro energetico", al cuore "pace con tutti gli esseri viventi). Si tratta di uno stato mentale indisturbato rivolto a tutto ciò che ci circonda; una volta realmente conseguito, tale stato di pace è inalterabile.

Concentrate il respiro: con la mente percorrete la colonna vertebrale partendo dalla prima vertebra cervicale e via via scendendo lentamente, passando una vertebra dopo l'altra, fino alla punta del coccige, dopo di che andatei su e giù per tre volte, osservando con la mente per intero tutta la colonna. Ruotate leggermente il bacino portando dolcemente la punta del coccige in su: questa posizione distende la zona lombare.

Collocate la mente al centro del ventre tre dita sotto e dentro l'ombelico e lasciatela riposare. Ascoltate il vostro respiro senza forzare e aspettate che scenda lentamente sino a raggiungere il punto in cui avete posato la vostra mente. Sentirete un'ondata di calore riempire il ventre. Quando il respiro sarà diventato naturale, sentirete il ventre muoversi ad ogni atto respiratorio come un palloncino che si gonfia e si sgonfia. Ascoltate questo movimento fino a quando non diventa naturale, poi passate alla fase successiva.

"Aprire le tre porte e lavare il midollo spinale"

Nella fase d'inspirazione, mentre il ventre si riempie, salite con la mente lungo la colonna vertebrale, passando dal perineo e dal coccige, andate su fino ad arrivare sotto l'occipitale, superando le tre barriere (porta del coccige, porta della vita - tra la seconda e terza vertebra lombare - e porta delle spalle - tra le scapole -). Nella fase di espirazione ridiscendete facendo lo stesso percorso collocandovi nuovamente nel basso ventre. Continuate per almeno tre volte o un multiplo di tre (se siete maschi) oppure per due o un multiplo di due (se siete femmine), fino a raggiungere una sensazione del tutto naturale.

Finito l'esercizio riportate la mente nel basso ventre e per almeno tre volte respirate nuovamente con il palloncino. Quando chiudete questa prima parte di studio fate un buon massaggio. Prima sfregate energicamente i palmi delle mani e scaldale ben bene, poi passatele su tutte le parti del viso, testa, orecchie, collo parte anteriore e posteriore, alla fine battete il tronco e le braccia con dei colpetti eseguiti con le mani. Poi aprite lentamente gli occhi e riprendete la vita quotidiana...

giovedì 9 luglio 2009

Arte marziale o business?

Oggi è un giorno importante per me, perché devo affrontare una prova che mi aspetta da tempo. Proprio in giornate come queste la mia mente corre e si mette a fare il resoconto di tutto il tempo passato. Leggo continuamente su forum e blog dei più disparati Paesi del mondo sempre le stesse critiche in merito alle arti marziali ed al Wing Chun in particolare.

In tutto il mondo pare che il Wing Chun sia appannaggio dei ricchi e, dalla mia esperienza personale, non posso che essere d'accordo. Ora, alcuni amici continuano a ripetermi che ci sono Insegnanti che hanno abbassato i prezzi senza far scadere la qualità, mentre altri si accontentano di pagare molto perché hanno il "privilegio" di lavorare ai massimi livelli.

Ora, io sarò pure un pazzo visionario, ma continuo a ritenere che per studiare un'arte marziale non ci si possa indebitare e non si debba spendere tutto il proprio stipendio! Capisco che ci sono persone che vivono della diffusione dell'arte marziale. Non c'è assolutamente alcun biasimo moralistico da parte mia, su questo, anche perché nella tradizione delle arti marziali ci sono sempre state figure "professionali" ed altre "amatoriali".

Anche a me piacerebbe vivere di pane e Weng Chun Kuen, ma non so se ci riuscirò, visto che per studiare, almeno qui in Italia, occorrono decine di migliaia di euro. Non ci credete?! Pensate a quante ore vi allenate in palestra, durante i corsi normali...a me risulta che quasi tutti gli Insegnanti facciano 3 ore settimanali. E poi? Poi ci sono gli stage (da 3 ore), una volta al mese, e le famigerate lezioni private...

Ora, considerando che il costo medio dei corsi in palestra si aggira tra le 45 ed i 60 euro mensili, più 40 euro a stage, più 30-50 euro ad ora privata...state facendo i conti sì?! Ecco, non parliamo poi delle varie sezioni (chiamiamole pure "Forme a due")... Insomma, cari amici, qua sono proprio un sacco di soldi se poi ci aggiungete costi di federazione, passaggi di grado, magliette e gadget...

Io penso che sia arrivato il momento di abbattere i costi per lo studio dell'arte marziale. Come si fa? Allora, o ci affidiamo a dei Robin Hood (anche se non mi pare di vederne in giro), oppure iniziamo a lavorare per la diffusione orizzonatale della conoscenza... Io sto lavorando per questo, ve lo dico sinceramente. A parte il fatto che meno di 6 ore di lezione frontali con l'Insegnante, a settimana, lo studio si prolunga troppo, ma c'è bisogno di un allenamento continuo ed intensivo per abbattere i tempi e per non "allungare il brodo"...

Proprio per questo, almeno per il momento, invito tutti gli amici di Roma ad allenarsi, ad incontrarsi ed a scambiare informazioni e conoscenze. Abbiamo già iniziato a farlo, con un piccolo gruppo di amici. Probabilmente il risultato non sarà dei migliori, ma almeno avremo modo di testare le nostre conoscenze, allenarci in maniera seria, fare finalmente sparring, condividere quello che sappiamo.

Diciamo che questa potrebbe essere una piccola rivoluzione, perché finalmente potremmo studiare ed allenare quello che più ci piace senza dover dilapidare il patrimonio. Con questo, ovviamente, non voglio dire che l'ausilio e la guida del Sifu non sia necessaria. Ci mancherebbe altro! Diciamo che il mio invito ad allenarsi di più sorge dall'esigenza di condivisione che oggi mi pare davvero assente tra Scuola e Scuola, soprattutto per il permanere del mito dello studente avanzato...

Intendo dire che ci sono ancora persone che, ritenendosi "avanzate", tendono a non allenarsi con quelle che sono appena entrate in palestra, perché pensano di non poter scambiare niente. Ragazzi, è una cazzata. Tutti possono essere utili per la propria formazione, perché ognuno dà quello che conosce. Anche l'ultimo arrivato ha esperienze da condividere. Aprite il cervello, amici, ed aprite il cuore. Abbiamo bisogno di più passione e meno business!

Non parliamo, poi, del fatto che, non combattendo, all'interno del mondo del Wing Chun (specialmente italiano), se ne sentono di tutti i colori...insulti a mezzo forum, lettere e telefonate anonime, campagne denigratorie contro una o un'altra Scuola...insomma, chi più ne ha più ne metta. Stante il fatto che in questo stile non sono previsti i combattimenti, come ci sono negli Sport Da Combattimento (appunto), dovremmo capire che ciò che studiamo, se non viene allenato, non serve a niente. A maggior ragione, quindi, non avendo un metro di paragone come il ring, dovremmo auspicare maggiori incontri di Scuole, maggiori scambi e allenamenti, non rifiutarli a priori!

Ultimo affondo di oggi: il costo dei materiali. Ma dove si sono mai sentiti i prezzi che circolano ora nel Wing Chun in altre arti marziali?! Avete presente quanto costano gli Uomini di Legno o i Pali Lunghi?! Avete presente il costo dei Coltelli? E dei dvd?! Ieri ne ho attaccato pesantemente uno, per la sua povertà di contenuti, ma non pensiate che quella sia l'unica recensione-stroncatura. Anzi, se qualcuno volesse recensire altro, il blog è a disposizione delle persone serie.

Che dire, insomma, dopo tutto questo discorso? Questa è un'arte marziale proveniente da Shaolin ed ogni Insegnante ha un suo curriculum marziale. Per quale motivo, per acquisire lo stesso curriculum, si devono sborsare migliaia di euro?! Dov'è finita la passione? Dov'è il rapporto Si Fu-To Dai? Stento a credere che non ci sia più nessuno che abbia voglia di instaurare questo genere di rapporto, ma fatico a trovarlo...

mercoledì 8 luglio 2009

Tributo al Gran Maestro Tang Yick

Oggi voglio dedicare un post al Gran Maestro Tang Yick, il maggiore esperto di Palo Lungo di tutto il mondo del Weng Chun Kuen. A lui deve andare il tributo di tutti coloro i quali hanno capito l'importanza del Luk Dim Boon Kwan.

Nei due video che seguono potete vedere due brevi allenamenti del GM Tang Yick, che dimostrano la sua grande flessibilità, l'agilità e la potenza. Da vedere e rivedere!





martedì 7 luglio 2009

Il Mito dell'Uomo di Legno - Consigli per i non acquisti

Oggi vorrei dedicare un post ai cosiddetti consigli per i non acqusti, ovvero per far dire la mia su un video uscito da poco con il marchio di Budo International, dal titolo davvero accattivante: Il Mito dell'Uomo di Legno (originale: The Myth of the Wooden Dummy). Partiamo dal prezzo: 44€ (escluse le spese di spedizione). Durata: 42 minuti, compresi innumerevoli passaggi alla moviola, la sigla iniziale e la presentazione dei Maestri, alla fine. In merito al tempo, svelo subito l'arcano...al lavoro con l'Uomo di Legno, in tutto il dvd, sono riservati poco più di 18 minuti. Di questi, 8 sono dedicati alla forma...

Il video nasce in seno alla EWTO, l'organizzazione europea del Maestro Keith Ronald Kernspecht, che fa capo alla IWTO, l'organizzazione mondiale del Maestro Leung Ting. Ora, sebbene la pubblicità del video mostri sempre in prima fila lo stesso Kernspecht, vi dico subito che lo potrete ammirare solo per poco più di 5 minuti in tutta la durata del video. Anche se la sua partecipazione è un evento in sé (che io sappia, è il suo primo video in assoluto), non mi piace il fatto che sia stato pubblicizzato un dvd dove all'interno non c'è quello che ci si sarebbe aspettati dalla presentazione. Ha battuto lo stesso Leung Ting, che in precedenti video (come in Authentic Wing Tsun) compare per più di 20 minuti!

Nel video potete vedere Sifu Giuseppe Schembri che esegue i primi quattro set dell'Uomo di Legno (ovviamente nella versione del Maestro Leung Ting), con tempestivi replay al rallentatore, senza alcun commento audio o sottotitolato. Niente. Non ci sono spiegazioni tecniche, né posturali, né didattiche. 8 minuti di forma, così come potete trovarla un po' dappertutto...

Avevo letto su un numero della rivista Budo (della casa di produzione Budo International) che nel video sarebbero state spiegate due sezioni di Chi Sao dell'Uomo di Legno, così come vengono insegnate in EWTO. Eppure, dopo averlo visto tutto, non mi è parso di vedere niente di simile, se non un pezzetto della prima sezione nelle due varianti EWTO e IWTO...sì sì, ci sono varianti!) eseguito da Sifu Oliver Koenig e da Sifu Victor Gutierrez, prima, e da Sifu Giuseppe Schembri e da Sifu Andreas Gross (se non erro), poi. A parte l'apertura, niente di niente. Ovviamente, niente di niente sulle altre sezioni...

Inquietante l'aver inserito tra le applicazioni dell'Uomo di Legno il tanto odiato pugno-passo matrice EWTO...alla faccia della forma avanzata! Allo stesso modo è stato davvero indisponente trovare di nuovo alcuni programmi di difesa personale (vedi la più europea "Blitzdefence"). Grazie al cielo, però, si vede il sempre energico e potente Sifu Gutierrez che dimostra alcune applicazioni della prima sezione di Chi Sao dell'Uomo di Legno.

Un'altra cosa che davvero non sono riuscito a capire (sarà un mio limite) è la presenza di numerose tecniche al suolo dimostrate da Sifu Gutierrez: ma che c'entrano con l'Uomo di Legno?! Lo stesso Sifu Gutierrez presenta anche le sue ottime qualità di combattente in alcune sequenze abbastanza libere, dove dà sfogo alle sue capacità.

Sul finire del dvd, finalmente, come fosse un premio per lo spettatore pagante, c'è il Maestro Kernspecht, che dimostra le sue capacità contro tutti i Maestri precedentemente nominati, i quali, di fronte a lui, diventano agnellini e le prendono sempre...tutti, tranne uno...Sifu Koenig, ad un certo punto, lancia un Fak Sau direttamente verso il viso di Sifu Kernspecht, ma, prima di colpirlo, rallenta, in modo tale da lasciargli il tempo di difendersi. Nonostante il piacere di vedere in azione il Maestro Kernspecht, non ho notato niente che fosse assimilabile al lavoro di Chi Sao dell'Uomo di Legno...

In tutto il video non si vede uno straccio di utilizzo del corpo e dell'energia, a parte il Maestro Kernspecht. Non si trova alcuna spiegazione tecnica che non sia un pezzo di sequenza. Le persone che partecipano sembrano tutte ingessate, a parte il Maestro Kernspecht... Insomma, a me proprio non è piaciuto!

Vi lascio al trailer...


lunedì 6 luglio 2009

Da Saam Sing

Mi scuso con tutti i visitatori del blog che si fossero collegati nei giorni scorsi per i problemi di aggiornamento. Sono stato fuori per qualche giorno ed avevo programmato degli aggiornamenti, ma non so perché non li aveva inseriti. Poco male, potete vederli oggi...

Andiamo a vedere un bel video, molto tecnico, da cui possiamo prendere spunto per il nostro allenamento quotidiano. Nel video che segue potete vedere Sifu Tang Chung Pak che esegue uno dei tipici allenamenti in coppia del Weng Chun Kuen. Si tratta di una forma a due (Two Men Set) eseguita per allenare il concetto di Kiu Sao che chiamiamo Da Saam Sing.

Lavorare sul concetto di Da Saam Sing significa studiare e allenarsi su diagnali spaziali multiple (concetto della tridimensionalità, applicato alla sfera) per sviluppare l'abilità dello striking, del colpire da qualsiasi angolo, da qualsiasi parte dello spazio. Questo è un metodo speciale del Weng Chun Kuen per studiare e conoscere le possibilità che derivano dallo shock che segue il colpo che arriva da una qualsiasi direzione. Questa forma a due ha in sé il metodo Da Saam Sing. La famiglia Tang in maniera particolare ha sviluppato questo tipo di lavoro.


domenica 5 luglio 2009

Seminario di Sifu Cesario Di Domenico

Oggi voglio dedicare un post a Sifu Cesario Di Domenico, perché ne conservo un buon ricordo, durante i primi seminari di Iadarola in Italia. Oltretutto, continuo a pensare che Sifu Cesario, insieme ad altri due importanti Insegnanti, sia stato e rimanga uno dei massimi esperti di arti marziali tradizionali cinesi che io abbia mai conosciuto.

Nel video che segue, potete vedere Sifu Cesario che lavora a terra con alcuni dei suoi Allievi. Potete notare come nel Weng Chun ogni parte del corpo venga utilizzata ai fini del combattimento. Pare di vedere una tigre che lotta con il suo avversario in certi momenti.

Da notare che, rispetto ad altri insegnanti, Sifu Cesario suda insieme ai suoi Allievi, si allena con loro e dimostra di saperci davvero fare nella lotta a terra. Il video non darà grossi spunti tecnici, ma è davvero bello da vedere.

Una precisazione necessaria per i lettori, visto che alcuni mi hanno fatto alcune domande in merito in privato. A me non interessa niente se una persona appartenga ad una o ad un'altra federazione, se faccia o meno parte di una famiglia o se abbia delle diatribe in corso con altri Insegnanti. A me interessa l'affascinante mondo del Siu Lam Chi Sim Weng Chun Kuen, al di là del modo di scriverlo. Spero che questo sia chiaro per tutti.

sabato 4 luglio 2009

Seminario di Sifu Tang Chung Pak e Sifu Sunny So

Questo è uno dei seminari che mi sono perso e che sarebbe davvero stato fondamentale per la mia crescita...cari amici del blog, quando si ha l'opportunità di lavorare con i massimi rappresentanti di una famiglia di Weng Chun e non si sfrutta si commette un grave errore! Non lo ripeterò in futuro, statene certi!

Voglio comunque condividere con voi questo breve video, dove si vedono i due discendenti della famiglia Tang del Weng Chun (una delle tre più importanti) in azione al manichino di legno e con il palo lungo. Si tratta di Sifu Tang Chung Pak e di Sifu Sunny So.


venerdì 3 luglio 2009

Materiale didattico e rapporto Insegnante-Allievo II

Riprendiamo il discorso di ieri. L'Insegnante deve tener conto delle diverse tipologie di Allievi in termini capacità di apprendimento, nonché delle diverse abilità pregresse, così come delle varie corporature, etc. La metodologia dell’insegnamento deve combinare tecniche e modalità diverse fra di loro, anche opposte, per coprire la maggior parte delle tipologie.

Nell’insegnare una postura o un movimento, oltre ad una spiegazione razionale, scientifica, va affiancato un approccio intuitivo e sensitivo possibilmente basato su esperienze corporee già interiorizzate. Si può ricorrere ad immagini o forme verbali, che suscitino nell’allievo sensazioni immediatamente riscontrabili nel proprio corpo. La “spiegazione” deve estendersi a 360 gradi; la capacità dell'Insegnante si riscontra anche da questo e non soltanto dalla sua co
mpetenza o abilità tecnica.

L’Allievo, da parte sua, deve interpretare per sé tale percorso, partendo dalla manifestazione scaturita dall’applicazione dei Principi. Deve sapere qual è il modo migliore per lui di apprendere e valorizzarlo, lasciarsi “penetrare” o meglio “permeare” dall'Insegnante, pur mantenendo la propria identità e personalità. Si devono creare le condizioni migliori per uno scambio “osmotico” fra Insengante ed Allievo, ma anche fra Allievo anziano (o fratello maggiore) e Allievo giovane (o fratello minore); lo spirito di collaborazione ed una sincera voglia di apprendere con un buon pizzico di umiltà e pazienza completano l’atmosfera nella quale viene a crearsi il processo di apprendimento. Infine, l’allievo deve studiare e capire per interiorizzare i Principi.

Nell’osservazione e nella ripetizione dei movimenti compiuti dall'Insegnante l’Allievo attraversa una fase di imitazione nella quale la manifestazione esterna del movimento costituisce soltanto una faccia del movimento complessivo. Infatti, le persone sono sostanzialmente simili fra loro nella media, pertanto non vi saranno differenze significative nella manifestazione corporea del principio applicato. Ma se, ad esempio, abbiamo un Insegnante di piccola statura che esegue posizioni molto basse relativamente alle nostre dimensioni, il volerlo imitare solo dall’esterno richiederebbe uno sforzo inutile oltre che dannoso nel cercare di raggiungere le sue prestazioni.

giovedì 2 luglio 2009

Materiale didattico e rapporto Insegnante-Allievo I

Quanta importanza riveste l’ausilio di materiale didattico nel processo di apprendimento (come dell'insegnamento) di un'arte marziale? Come si passa dalla lettura, dalla visione e dallostudio di un testo, di un dvd o di un articolo di Arti Marziali all’apprendimento di un principio, di un movimento o di un concetto?

Le problematiche che emergono dalla formulazione di queste domande determinano la necessità di chiarire un concetto fondamentale: la parola (scritta o parlata) deve essere collegata al corpo, al gesto, al movimento, seguendo un percorso preciso: dall'acquisizione dell’informazione da un materiale (es. libro o audio-video) all'interpretazione; solo dopo si può avere la comprensione intellettuale, poi quella gestuale e, infine, l'efficacia gestuale.

Secondo me è necessario sviluppare un percorso didattico che affronti le difficoltà di insegnamento e di apprendimento nella trasmissione di un sapere che non è soltanto cerebrale, ma anche vissuto sul proprio corpo in quanto ogni corpo ha proprie capacità e potenzialità percettive.


Ciò significa che ognuno di noi deve filtrare ed elaborare ciò che vede e sente, non prendendo tutto per oro colato. Si deve far tesoro della propria esperienza diretta, non di quella di altri, perché ognuno di noi ha una propria fisicità, una predisposizione per un certo tipo di distanza di lotta o per un certo tipo di tecnica. Bisogna fidarsi delle proprie esperienze più che delle parole di qualcuno.

Nel processo di apprendimento (o di insegnamento) è fondamentale conoscere, per l’Allievo, e riconoscere, per l'Insegnante, i Principi che sono all’origine dell'arte marziale, sopratutto per quelle cosiddette “interne”. Per l'Insegnatne si tratta di tradurre costantemente i Principi nella loro manifestazione corporea.

Bisogna far capire che i Principi (per definizione) sono uguali per tutti, ma la loro manifestazione nel corpo può variare a seconda della persona e dello stile praticato e quindi, dell'Insegnante, non va copiato soltanto il movimento ma ne va compreso il percorso interpretativo dal Principio alla sua manifestazione.

mercoledì 1 luglio 2009

Perché inserire la monaca Ng Mui nella tradizione?

Continuiamo a discutere sulla storia e sull'origine del Weng Chun e del Wing Chun. Sto ancora leggendo un documento sulle origini dei due termini e sulla diffusione che hanno avuto in Cina, sin dagli albori dell'insegnamento dell'abate Chi Sim. Vi posso assicurare che la parte più oscura di tutta la narrazione rimane quella della leggendaria monaca Ng Mui, la fondatrice del sistema Wing Chun, secondo quanto tramandato dal Gran Maestro Yip Man.

Il GM Yip Man raccontò ai suoi allievi che la monaca Ng Mui fu colei la quale codificò i movimenti che diedero vita al Wing Chun Kuen. Secondo il raccondo di Yip Man, la stessa monaca insegnò il suo sistema a Yim Wing Chun, una giovane vittima di angherìe da parte di alcuni balordi. Probabilmente Yip Man volle differenziare l'origine del sistema che stava codificando (il suo può essere considerato un work in progress, visto anche il suo continuo rimaneggiare le forme sia a vuoto che con il pupazzo di legno) dal Weng Chun Kuen, che stava cercando di studiare.

Eppure, in un articolo uscito poco tempo fa su una rivista cinese, uno dei figli di Yip Man ammette che l'origine del Wing Chun è da rintracciarsi proprio nel Weng Chun. Ora, anche se la cosa non fosse vera, sebbene sia verosimile, bisogna cercare di capire perché Yip Man abbia dato origini femminili ad uno stile praticato da maschi, non fosse altro per la diversità di struttura tra i due sessi.

Che la pratica del Wing Chun sia adatta ad per le donne non c'è dubbio, visto che i gomiti e le gambe, così come vengono utilizzati, lasciano intendere che la prima cosa da coprire siano le parti sessuali del corpo (femminile). Non si spiegherebbero, altrimenti, i gomiti così stretti nella pratica del combattimento del Wing Chun, così utili per una donna, ma così privi di senso, in certi contesti, per l'uomo.

La caratteristica posizione delle gambe, nonché l'estrema vicinanza dei gomiti al corpo è naturale per gli stili di combattimento femminili della tradizione cinese, ma non certo per quelli maschili. Ovviamente quel tipo di impostazione limita molto il combattimento, oltre a far perdere potenza ai colpi. Ne facilita, probabilmente, la velocità, ma non è certo adatta ad una struttura maschile.

Non è un caso che un certo signor Bruce Lee, nel suo Jeet Kune Do, abbia cercato di liberare il suo stile da delle posizioni fisse e da un tipo di combattimento statico, sicuramente non utile ad un fisico maschile.

Da tutte queste considerazioni deriva la mia domanda principale: perché è stata inserita nella leggenda della fondazione del sistema la monaca Ng Mui, come progenitrice dello stile? Sarebbe interessante aprire un dibattito insieme agli interessati, anche se so che gli interventi in materia non saranno molti...

Secondo le ricerche condotte dai massimi esponenti del mondo del Wing Chun, la leggenda che ruota attorno alla figura della monaca Ng Mui è più o meno questa...

Durante il regno dell’imperatore K’anghsi della dinastia Qing (1662-1722) - della quale ho fatto cenno ieri - il Kung Fu aveva conosciuto un grandissimo sviluppo nel Monastero Buddista di Siu Lam (Shaolin) sul Monte Sung, nella provincia di Honan. I seguaci dello Shaolin Kung Fu erano talmente famosi per la loro capacità nel combattimento che il governo si preoccupò per la propria stabilità.

L'Imperatore decise di uccidere i monaci e di distruggere il monastero che si trovava nella Cina centrale. Per compiere il massacro e la distruzione furono inviati numerosi soldati, ma i monaci di Shaolin opposero una resistenza così forte che il monastero rimase indenne, nonostante una lunga battaglia. Chan Man Wai, il migliore tra i candidati all'esame dei funzionari di quell’anno, voleva fare carriera nel governo e così espose un piano tanto geniale quanto efferato: ordì una congiura con alcuni monaci del monastero Shaolin, il più importante dei quali si chiamava Ma Ning Yee.

Ma Ning Yee si lasciò corrompere e tradì i suoi compagni, incendiando il monastero a loro insaputa, riducendolo in cenere. Durante l'incendio morirono la maggior parte dei Monaci, ma alcuni combattenti (laici) riuscirono a salvarsi. Tra questi si annoverano i Cinque Anziani, i capi dei cinque stili Shaolin: la Maestra buddista Ng Mui, il Maestro Chi Sim, il Maestro Pak Mei, il Maestro Fung To Tak ed il Maestro Miu Hin con i suoi discepoli – ne ricordo solo alcuni: Hung Hai, Kwun, Fong Sai Yuk e Luk Ah Choy -. Uno dei Cinque Anziani, il Maestro Chi Sim, che era anche Abate e che prima dell'incendio aveva avuto la maggior parte degli allievi, li convinse della necessità di combattere contro i Manciu.

Chi Sim ed i suoi allievi vennero ricercati con mandato di cattura per la loro attività antigovernativa. Chi Sim ordinò ai suoi allievi di disperdersi in tutto il Paese per evitare di essere catturati. Egli stesso, per potersi salvare, assunse la falsa identità di cuoco (come abbiamo visto ieri), rifugiandosi su una giunca rossa (la nave da trasporto delle compagnie teatrali).


Altri maestri, come Miu Hin e sua figlia Miu Tsui, si nascosero a lungo presso le stirpi dei Miao e degli Yao, tra Szechwan e Yunnan. Successivamente, scampati alla furia omicida, il Maestro Chi Sim ed i suoi allievi viaggiarono per il Paese, arricchendo le leggende cinesi. In Cina sono famose le storie "Fong Sai Yuk sfida i difensori di un torneo" e "Ng Mui uccide Lee Pa Shan sul paletto dei fiori di pruno", solo per fare due esempi.


La monaca Ng Mui, invece, si rifugiò nel tempio della Gru Bianca, sul monte Tai Leung, nel quale ebbe modo di dedicarsi indisturbata all'arte marziale e allo Zen. Per lungo tempo Ng Mui si dedicò alla ricerca di tecniche che potessero offrire la possibilità di difendersi anche a persone fisicamente deboli, in modo tale da sconfiggere esperti delle Arti Marziali classiche.


La leggenda narra che Ng Mui ebbe l'ispirazione decisiva osservando lo scontro tra una gru e una volpe. La volpe girava intorno alla gru, nella speranza di poter sferrare un attacco mortale, sul fianco non protetto di quest'ultima. La gru, dal canto suo, si girava in continuazione in modo da mostrare alla volpe il suo petto. Ogni volta che la volpe si avvicinava troppo, tentando di attaccarla con una zampa, la gru si difendeva con un'ala e, contemporaneamente, contrattaccava con il becco.


La volpe, astuta, si avvaleva della velocità delle proprie zampe e degli attacchi a sorpresa. Nessuno ha raccontato la fine di questa battaglia, ma tutti spiegano che Ng Mui sviluppò un nuovo sistema, una vera e propria arte marziale, grazie all'idea ricavata da quell'osservazione. Il nuovo sistema di Ng Mui conteneva movimenti più semplici, dediti ad un’utilizzo più economico della forza e notevolmente adattabili ad ogni persona.


Il sistema di Ng Mui aveva come scopo la sconfitta del nemico, non con la forza, bensì con il metodo. Sul monte Tai-Leung Ng Mui conobbe Yim Lee e sua figlia Wing Chun (che aveva 15 anni), il cui nome significa "bella primavera". Il sistema della monaca Ng Mui deve il suo nome proprio a questa giovane ragazza. Yim Wing Chun vendeva il tofu insieme a suo padre, in un villaggio vicino al tempio della Gru Bianca ed ebbe i suoi primi contatti con Ng Mui proprio quando questa andava a fare provviste nel mercato in cui vendevano il tofu.


Yim Wing Chun e suo padre erano fuggiti dalla loro terra natìa, Canton, nella provincia Guangdong, poiché il padre era stato coinvolto in un problema giudiziario. Essendo stato allievo nel monastero Shaolin, egli aveva appreso alcune tecniche di combattimento che impiegava, all'occorrenza, per ristabilire la giustizia dalle sue parti. Per questa ragione cadde in tali difficoltà che lo costrinsero ad abbandonare la sua terra e a rifugiarsi ai confini delle province Szechwan e Yunnan, sul monte Tai-Leung.


Yim Wing Chun crebbe e divenne una ragazza bella ed intelligente, ma la sua bellezza ed affabilità divennero anche la fonte di gravi problemi. In quella provincia viveva un noto attaccabrighe che si chiamava Wong, il quale cercava continuamente di provocare liti. Purtroppo gli abitanti del villaggio non sapevano difendersi da lui, visto che era un esperto di Kung Fu e che apparteneva ad una società segreta.


Attratto dalla bellezza di Yim Wing Chun, la chiese in sposa; Wing Chun, però, era già stata promessa sin dall'infanzia ad un giovane di nome Leung Bok Chau, un mercante di Fukien. Wong le mandò un messaggero, fissandole una scadenza e minacciandola di usare violenza nel caso in cui ella lo avesse respinto. Padre e figlia vivevano nel terrore delle ritorsioni di Wong per il rifiuto di Wing Chun di sposarlo.

Con l'andare del tempo Ng Mui era diventata cliente abituale di Yim Lee e spesso si intratteneva con lui e con la figlia. Un giorno si rese conto che erano tormentati da grandi preoccupazioni. Yim Lee le raccontò ogni cosa e Ng Mui, che era dotata di spiccato senso della giustizia, decise di aiutare Wing Chun. Lei, però, non desiderava punire personalmente il malfattore, da un lato per non far scoprire la sua vera identità, dall'altro perché un combattimento tra lei, famosa Maestra del monastero Shaolin ed uno sconosciuto picchiatore sarebbe stato considerato sleale ed inglorioso. Per questi motivi volle aiutare Yim Wing Chun trasmettendole l'arte del combattimento. Dopo soli tre anni di lezioni, la giovane ragazza padroneggiava perfettamente il metodo che le era stato mostrato.

Dopo l'addestramento, la giovane Wing Chun tornò da suo padre. Fu molestata dal picchiatore Wong, subito dopo aver raggiunto il villaggio. Questa volta ella non scappò, ma lo sfidò. Wong era sicuro della sua vittoria e già si rallegrava all'idea di aver finalmente conquistato la ragazza. Purtroppo per lui, però, aveva fatto male i calcoli, perché Wing Chun lo sconfisse. Dopo questa vittoria, lei continuò ad esercitarsi nel combattimento e, quando Ng Mui decise di proseguire il suo viaggio, fu esortata a trovare un degno successore e a istruire solo gli allievi giusti.


Yim Wing Chun sposò il suo fidanzato Leung Bok Chau e gli trasmise il metodo di combattimento che aveva appreso da Ng Mui. Leung Bok Chau, che prima di sposarsi aveva praticato il Kung Fu, inizialmente non ascoltava la moglie quando questa gli parlava della sua arte marziale, credendo che una donna fosse troppo debole per poter essere considerata una pericolosa rivale per un uomo. Una volta, però, Wing Chun ebbe finalmente l'opportunità di dargli una dimostrazione pratica della sua abilità, sconfiggendolo. Solo a quel punto egli riconobbe che sua moglie era una Grande Maestra di Arti Marziali e, per renderle omaggio, chiamò questo sistema di Kung Fu "Wing Chun". Leung Bok Chau si allenò regolarmente con la moglie fino a diventare egli stesso un Maestro di quest'arte marziale.


Tramandato di generazione in generazione tramite un sistema familiare, il sistema è rimasto segreto fino agli anni '50 del Novecento. Venne alla luce con il signore di prima, un certo Bruce Lee, che lo studiò per circa quattro anni sotto la guida del Grande Maestro Yip Man - il primo ad aprire corsi pubblici per la diffusione di questo stile in un periodo storico che vedeva ancora il Kung Fu appannaggio delle società segrete -.


Questa, in sintesi, è la leggenda tramandata dagli Allievi del GM Yip Man. Due sono i dubbi, quindi, che vanno sciolti: perché fino agli Anni Cinquanta il sistema del Wing Chun non appare da alcuna parte? Perché la monaca Ng Mui non appare in altre fonti cinesi? Cerchiamo di sciogliere i dubbi.

Questo blog è anche in tedesco!

Cari lettori, dopo un solo mese di pubblicazione, questo blog è stato già tradotto in tedesco. Sihing Giovanni Avellino, allievo di Sifu Taner Erdogan (capo istruttore dell'IWKA tedesca), mi ha chiesto di poter tradurre tutto il mio blog in tedesco.

Per i visitatori tedeschi, quindi, è arrivato il momento di poter leggere quello che scrivo: http://siulamwingtjun.blogspot.com/. Sono molto soddisfatto di questa cosa, perché significa che il mio lavoro sta riscuotendo successo, ma, a parte questo, mi fa piacere ricevere un riconoscimento come questo da parte di praticanti così avanzati.

A questo punto sarebbe interessante tradurre il blog anche in altre lingue...se qualcuno volesse farlo, ne sarei davvero felice. Tanto il blog è tutto copyleft (potete copiarlo e farci quello che volete, l'importante è citare la fonte), perché io non ho segreti da farmi pagare in costose lezioni private, né voglio che il nostro stile rimanga chiuso nei meandri di qualche antro segreto...

Ringrazio, quindi, tutti i visitatori, i lettori assidui e tutti quelli che mi stanno aiutando a portare avanti questo piccolo spazio di libertà.