lunedì 30 agosto 2010

[Video] Una bella lezione di Wing Chun

Chi mi conosce sa perfettamente quanto io sia critico con ciò che viene pubblicato su YouTube in merito al Wing Chun, eppure stavolta c'è un filmato che vale la pena di vedere (per chi conosce il cinese, anche di ascoltare...), riguardante una bella lezione (講座) abbastanza 'generica', ma davvero densa.

Il SiFu spiega come imparare a gestire la propria struttura, attraverso i movimenti tipici del sistema, insegnando agli Allievi l'importanza dei princìpi cardine del Wing Chun Kuen, nati nel cuore della Cina, con tutto il portato di saggezza che vi sta dietro.

Kong Chi Keung (genealogia: Yip Man - Wong Cze Wing - Chau Lin Fat, Dennis - Au Chi Sing - Kong Chi-Keung) spiega la teoria della linea centrale, il Bong Sau, il Tan Sau, i vari pugni, etc., insomma, le basi tecniche del sistema. Direi di guardarlo, davvero, ne vale la pena. Un saluto ai Fratelli di Wing Chun della Scuola ripresa nel video, che leggono il blog.


Il Maestro Kong Chi Keung ha studiato negli anni Ottnata con Au Chi Sing, in the '80s. E' un istruttore della Ving Tsun Athletic Association (VTAA). Nel 1999, il Maestro Kong ha eseguito una dimostrazione di Chi Sau alla prima World Conference. Dal 2000 al 2002 è stato il direttore della VTAA.

mercoledì 25 agosto 2010

Si riparte!

Un caloroso saluto a tutti gli amici praticanti di Wing Chun Kuen ed a tutti i lettori del blog in generale! Bentrovati!

Finalmente è giunta l'ora di tornare a lavorare su noi stessi e continuare a sudare nel solito clima della Scuola.



Giovedi 2 settembre riprendiamo gli allenamenti in entrambe le palestre...già, avete capito bene, anche il corso di via di Boccea è stato confermato!!!

Anche quest'anno, ovviamente, i corsi sono aperti a tutti gli interessati, principianti o non. che siano. Sarà un piacere allenarsi insieme a nuovi amici che hanno già praticato altre arti marziali, così come le "new entry" alle prime armi.

Provare qualcosa di nuovo ed arricchire il proprio bagaglio culturale è sempre allettante, non credete? E allora diamoci giù!  Come sempre ci troveremo insieme ad allenarci divertendoci, ma sempre in modo serio e professionale. In entrambe le Scuole la prima lezione è gratuita: provare non costa nulla, forza!

I corsi attivi sono i seguenti:

A.S.D. Aurelio
Martedì e giovedì, dalle 17:30 alle 19:00
Via di Boccea, 360

New Freestyle Sporting Center.
Martedì e giovedì, dalle 21:0 alle 22:30; sabato, dalle 10:00 alle 12:00
Via Gasperina, 170

lunedì 16 agosto 2010

20 anni per studiare un sistema?!

Mi è capitato davvero tante volte di leggere critiche e polemiche al sistema di Leung Ting (WingTsun) in merito alla tempistica di apprendimento dello stesso. Alcuni parlano di 15, altri di ben 20 anni per completarlo. Completare un sistema significa solamente conoscerne tutti i movimenti, le forme e le applicazioni. Significa anche saper mettere in pratica il tutto? Non sempre, diciamocelo chiaramente.

Per molti "terminare il sistema" è un vero e proprio incubo. Ho ricevuto io stesso diverse richieste da parte di vecchi praticanti che mi hanno pregato di insegnare tutto il sistema...chi mi conosce lo sa che sono proprio contrario a questo mercimonio delle forme e dei movimenti (vi ricordate lo storico post sul 'Signor G' o l'altro 'Professionisti o venditori di fumo?'?).

Non parliamo, poi, dei miti che sono stati costruiti intorno all'uomo di legno, al palo lungo ed ai coltelli a farfalla! Se ti fai una bella foto con questi attrezzi e la metti sul web, ecco lì che piovono le richieste per "completare il sistema"! Eppure conosco gente che ha messo queste foto pur non conoscendo niente di ciò che riguarda questi attrezzi!

Nell'era di internet, in sostanza, basta farsi qualche ora privata con qualche Signor G, due foto ed ecco lì che "dimostri di aver terminato il sistema"! Amen, con buona pace di tutti quelli che si spaccano la schiena per cercare di allenarsi seriamente! Il bello è che le forme "alte" (già, per alcuni ci sono anche altezze diverse per ogni forma...) vengono vendute a prezzi esorbitanti, anche se pare che i prezzi si siano abbassati parecchio negli ultimi tempi, forse da quanto 'Qualcuno' ha asserito pubblicamente di aver appreso le forme e le applicazioni in soli 3 giorni...senza dire di averle rivendute subito dopo - a cifre spropositate - a mezza Europa...

Bella la storia del coltelli, soprattutto, alla quale sarebbe da dedicare un post a se stante per quante ce ne sono da raccontare! Ma oggi non è il caso, voglio parlare del "sistema" in generale e di quanto sia il tempo per 'finirlo'. In molte scuole di Wing Chun è noto come sia necessario essere uno studente avanzato per poter accedere agli insegnamenti delle armi e del manichino, eppure la ricerca storica indica invece come questo approccio sia spesso infondato e assolutamente controproducente per l'apprendimento dell'Arte.
Se, come abbiamo più volte detto, il Wing Chun era uno stile assolutamente avanzato all'interno del Tempio di Shaolin, dobbiamo dedurre che gli studenti che venivano accettati per essere addestrati non erano assolutamente principianti, ma possedevano un addestramento pregresso nelle altre Arti di Shaolin!

Nelle correnti originarie del Wing Chun (Chi Sim e Hung Fa Yi), le armi venivano insegnate non appena lo studente dimostrava le attitudini e le conoscenze basilari. Entrambi i sistemi si focalizzano su principi e concetti, che possono essere applicati indifferentemente nel lavoro a mani nude e in quello armato. Nel passato, quindi, i marzialisti che apprendevano il Wing Chun necessitavano di apprendere immediatamente le armi per la necessità di sopravvivere.

Apprendere le armi alla fine del sistema (in particolar modo dopo 20 anni di pratica) è una mistificazione commerciale del sistema, niente di più, niente di meno. Appena posso, io faccio prendere confidenza con il Luk Dim Poon Kwan ai miei ragazzi, proprio per permettere loro di abbraviare i tempi biblici di apprendimento che ci sono in Italia!

I principi contenuti nelle armi si applicano nella corretta esecuzione delle tecniche a mani nude, ergo, non insegnare le armi significa non padroneggiare, né conoscere, né poter divulgare correttamente i movimenti a mani nude, secondo me. Ecco dov'è la radice storica per la quale io inizio a sostenere la tesi di chi dice da tempo che il Wing Chun non si possa insegnare correttamente senza la conoscenza del sistema nella sua interezza. Non mi interessa che un insegnante mi dimostri di consocere la forma, cioè un insieme vuoto di movimenti, ma che mi dia le conoscenze di fondo dell'utilizzo di un dato attrezzo (manichino, coltelli e palo) o di una serie di tecniche, di principi o di concetti.

Ammetto, però, che questa paranoia che dei 20-30 anni per finire il sistema è nata in seno al LT system. In realtà bisognerebbe riuscire a convincere il mondo di quelli che si approcciano al Wing Chun che finire il sistema è solo l'inizio, non la fine del percorso come avviene in parecchie Scuole...

Si tratta dell'inizio, perché solo chi ha finito il sistema ha compreso i principi del Wing Chun nella loro totalità e può quindi cominciare ad allenarsi seriamente. Contemporaneamente ha la possibilità di iniziare alla pratica i principianti, poiché conosce i principi del sistema in maniera completa.

Finire il sistema è la conditio sine qua non per insegnare correttamente le cose, diciamocelo. Nella realtà il sistema dovrebbe essere terminabile con una pratica seria e costante in 5-6 o, al massimo, 7 anni, per poi passare alla pratica vera del sistema. Chiaro che con le 3 orette settimanali di allenamento i tempi si allunghino! Di sicuro, però, non saranno 20 anni!

sabato 14 agosto 2010

Yip Man: storia, leggenda ed elezioni

Seguendo ciò che viene tramandato da parecchi praticanti di Wing Chun, sappiamo che la leggenda sulla nascita dello stile pone parecchia enfasi sul periodo delle Giunche Rosse, che rappresenta una sorta di luogo di incontro di molte Arti Marziali del Sud della Cina.
Numerosi sistemi di Wing Chun 'moderno' - alcuni direbbero "modificato" - sono stati sviluppati proprio in quel periodo e dall'unione di esperienze personali. I capostipite dei lineage oggi maggiormente conosciuti, come quello di Yip Man,  di Yuen Kay San, quello sviluppato a Gu Lao, etc.,  fanno risalire le proprie origini al periodo delle Giunche Rosse.
Il lineage Yip Man, per esempio, abbiamo visto che deriva da Chan Wa Shun, che apprese il Wing Chun dal Dr. Leung Jan, il quale fu uno tra i primi esterni all'opera delle Giunche Rosse a studiare il sistema. Secondo la tradizione orale - poi divulgata dalle Tavole di Pietra -, Leung Jan apprese il Wing Chun da due membri dell'opera, Wong Wa Bo e Leung Yi Dai. Così, in questo senso, possiamo dire che il lineage Yip Man discende dalle Giunche Rosse.

Ora, il punto storicamente scorretto sulla versione leggendaria è che i membri dell'opera della Giunca Rossa non crearono il Wing Chun, perché questo stile affonda le sue radici nel Monastero di Siu Lam (o Shaolin) del Sud. Attraverso le società segrete in lotta contro la dinastia Qing, il Wing Chun arrivò sino all'opera della Giunca Rossa, oltre cento anni dopo aver lasciato il Tempio.

Nel lineage Yip Man, però, abbiamo la quasi mitologica figura di Leung Bik, il quale per molti sembra corrispondere a Chu Chu Man, per altri - pochi - essere una figura a se stante.  Un po' meno dubbi si hanno su Chan Wa Shun, che completò con insegnamenti di Chi Sim (o Siu Lam Weng Chun) la formazione di Yip Man nello stile HFY.

In tutto questo clima di incertezza viene un dubbio a molti: ma da chi fu eletto Gran Maestro Yip Man? Soprattutto, Gran Maestro di quale famiglia di Wing Chun? Nessuno l'ha mai detto, nessuno l'ha mai scritto. Non esistono prove dell'esistenza di gradi o titoli onorifici, di livelli o di cinture. 

La prova evidente che Yip Man non fu mai eletto Gran Maestro sta nel fatto che tutti i suoi discepoli si proclamano veri successori a conoscenza del vero sistema. Perché tutti sono in contrasto tra di loro? Semplicemente perché nessuno è il vero successore...nessuno è stato nominato pubblicamente.

Il Wing Chun di Yip Man ha subìto una costante evoluzione: questo spiegherebbe le differenze tra le varie famiglie, le differenze nell'insegnamento, nelle stesse teorie di base. Credo che ognuno abbia un pezzo di verità, nessuno escluso. Sta a noi il difficile compito di mettere insieme i pezzi. Credo che qualcuno ci stia riuscendo, altri ci siano quasi riusciti, pur personalizzando troppo il sistema, forse per le caratteristiche personali.

martedì 10 agosto 2010

La mia opinione sul Wing Chun di Yip man, se interessa...

Oggi vorrei esprimere un'opinione personalissima sul Wing Chun Kuen. Potete accettarla, rigettarla o ignorarla, ma è da tempo che voglio scriverla. Prima di procedere, vorrei soddisfare una curiosità di un paio di Allievi, che mi chiedono sempre di chiarire la storia secondo cui Yip Man avrebbe imparato ad utilizzare il pupazzo di legno nel Dai Duk Lan

Non è possibile essere d'accordo con chi sostiene che la forma del pupazzo sia stata 'rubata' in quel luogo, perché è presente anche nell'Hung Fa Yi, nel quale Yip Man venne addestrato da Chan Wa Shun, come abbiamo visto. Semmai è plausibile e verosimile che abbia potuto copiare il progetto di manichino fissato al muro tramite le staffe, che pare sia davvero stato inventato nell'emporio di Wai Yan. Sappiamo con certezza che Yip Man continuò ad allenarsi tutta la vita, cambiando di volta in volta la forma al manichino, ma questo non significa che non ne conoscesse una prima di partecipare agli allenamenti nel Dai Duk Lan.

Mi ricollego a questa cosa per andare al punto che volevo affrontare oggi. Con tutta evidenza, il Wing Chun di Yip Man divenne ricco di dettagli derivanti dalle famiglie di Chi Sim o Siu Lam Weng Chun, se vogliamo, mano a mano che si allenava con i praticanti di quel lineage.  Questo dato caratteristico di Yip Man mi è sempre piaciuto, così come il fatto che non si nominò mai Grande Maestro...
Sicuramente Yip Man non venne nominato Maestro da nessuno, perché alla fine del suo percorso marziale non praticava né HFY, né Weng Chun. Si può dire che diede vita ad una splendida sintesi di entrambi gli stili. Per questo il suo Wing Chun mantiene la praticità nella lotta, ma adotta una morbidezza spesso sconosciuta se non ai praticanti di Chi Sim. Qui volevo arrivare, cari amici.

Secondo me, il Wing Chun di Yip Man non è per casalinghe (come si ebbe a dire nel passato), né il miglior sistema. Sicuramente è una sua versione personale. A mio parere, però, gli elementi provenienti dal Siu Lam Weng Chun diventano a volte indispensabili per la corretta comprensione del sistema creato dallo stesso GM Yip Man. Per questo motivo non mi fermo al solo sistema sintetizzato da SiJo Leung Ting per comprendere appieno il Wing Chun.

Penso quindi che per comprendere bene il Wing Chun di Yip Man, una disciplina tanto complessa, non si possa fare riferimento agli insegnamenti di un unico Maestro, soprattutto perché si tratta di una disciplina in costante evoluzione. Mi pare molto importante, per questo, studiare il Wing Chun di Yip Man, mentre si recuperano le radici dell'HFY e si esplorano le vie morbide del Chi Sim: potrebbe essere la via più adeguata per capire cosa stava facendo veramente Yip Man! 

Non ci si dovrebbe limitare, secondo me, a ricevere solo quel pezzo che è stato capito in un momento storico particolare da uno dei suoi Allievi, perché si tratterebbe comunque di una parte, non del tutto. La ricerca deve essere continua ed infinita, secondo me, perché appena ci si ferma, si viene trasportati indietro dalla corrente, in questa nostra affascinante risalita del fiume, verso la cima della montagna chiamata Wing Chun Kuen.

venerdì 6 agosto 2010

徒兒 o 徒弟: la persona più importante per un Maestro

Chi è la persona più importante per un SiFu, per un Maestro? L'Allievo, senza alcun dubbio! Andiamo a vedere, quindi, come i cinesi hanno rappresentato con degli ideogrammi il soggetto più importante, il discepolo. Nel Nord e nel Sud delle Cina vengono utilizzati due ideogrammi diversi per indicare l'Allievo, rispettivamente 徒兒 e 徒弟. Il primo dei due, 徒 [tú], è lo stesso, quindi lo spiegherò una sola volta.
 
徒 [tú] viene utilizzato per rendere il senso di 'seguace', 'discepolo' o 'allievo'. Deriva da 彳 [chì], un 'passo', 土 [tǔ], per il suo fonema, e  (o 止) [zhǐ], il 'piede'. 土 e  combinati danno vita a 走 [zǒu], 'camminare' (a piedi). L'ideogramma 徒 [tú], quindi, rende perfettamente l'idea di chi cammina dietro ad un'altra persona, chi si affida ad una guida. In cantonese è /Tou/,  ma più spesso viene scritto /To/.

兒 [ér] indica il 'bambino' - infatti 兒子 è il 'figlio', 女兒 è la 'figlia' -. Genericamente indica la 'gioventù'. [érzi], al maschile quindi, significa 'il bambino', inteso come proprio figlio: viene utilizzato dal genitore che ne parla. La sua forma semplice è 儿 [ér], rappresenta una 'persona'. In origine era identico a 人 [rén]. Si tratta del decimo dei 214 radicali. Come radicale, il suo nome tradizionale è proprio [rén]. Di solito lo troviamo nella parte inferiore dei caratteri (ad es. 元先光充見竟...).

儿 è utilizzato come forma semplificata di 兒 [ér], come dicevo, nel quale è composto con 臼 [jiù] nella parte alta. Possiamo intendere l'ideogramma come il corpo di un bambino e la testa (囟) aperta nella forma 臼, che rappresenta un teschio o la fontanella della testa non ancora chiusa. In cantonese è /Yih/.

弟 [dì] è il fratello più giovane, rappresentato da una figura dall'incerta interpretazione. 弟 [dì] serve a formare l'ideogramma 第 [dì] (come in 第二, 'secondo', etc.), con la sostituzione di 丷, al posto del quale viene inserito 竹. In cantonese è /Dai/.

Tou Yih, quindi, al Nord, viene utilizzato per rendere l'idea dell'Allievo - importante la nozione di bambino, di figlio, che sottolinea l'idea della parentela. To Dai, al Sud, fa comprendere subito come l'Allievo sia comunque un fratello più giovane, che segue il più anziano nella pratica. Due coppie di ideogrammi per rendere la stessa idea d'amore, di dedizione e di affetto per il proprio discepolo. Interessante come il termine sia stato totalmente calpestato dal modo di agire di tanti 'maestri' moderni e contemporanei...

Si diventa formalmente figli di un SiFu solo dopo esser stati accettati come tali, nella cerimonia del thè. In quel momento si entra a far parte di una famiglia, che ha una tradizione alle spalle. Potete ben immaginare come questo sia importante per tutti i membri della stessa famiglia, che sono chiamati ad accogliere il nuovo arrivato, come una benedizione.

giovedì 5 agosto 2010

Fook Sau - 伏手


Oggi vorrei parlare del 伏手 (Fuk Sau), movimento sul quale sono nate notevoli diatribe tecniche tra le varie famiglie di Wing Chun Kuen, dovute all'utilizzo che se ne fa e all'idea che ognuno ne ha. Partiamo dagli ideogrammi, per poter capire bene la rappresentazione grafica che si dà al movimento. Conosciamo benissimo, ormai, il secondo ideogramma, andiamo ad analizzare il primo.

[fú] ha molti significati. Il più usuale è 'piegarsi', ma ha anche il senso di 'placarsi'. Alcune volte rappresenta il 'sottomettere', il 'domare', così come l'ammettere la sconfitta. L'ho trovato anche per 'andare giù', 'occultare'. Deriva da ( o) [rén], la 'persona', e da [quǎn], il 'cane'. I vari significati del carattere dimostrano alcune delle attitudini cinesi nei confronti dei cani. In cantonese è solitamente scritto e pronunciato /Fuhk/, ma nel sistema di Leung Ting siamo soliti scriverlo come Fook.

Il movimento del Fook Sau è solitamente allenato sin dalla Siu Nim Tau, nella terza parte, nel ciclo della cosiddetta 'preghiera a Buddha'. Il ciclo, nel nostro sistema, viene allenato in diversi modi, per migliorare le capacità muscolari e tendinee, oltre che per farlo diventare efficace come 'tecnica'.

Se non c'è un buon Fook Sau spesso non c'è un buon Poon Sau e, di conseguenza, un buon Chi Sau, perché costituisce uno dei pilastri del sistema, che ci permette di rimanere appiccicati alle braccia del partner.

Insieme al Bong Sau ed al Taan Sau è uno dei tre veleni del Wing Chun, il quale dà vita a tutta una serie di azioni di "copertura".


'Mano che doma', in sostanza, penso che sia la traduzione migliore della coppia di ideogrammi. Non è un caso, infatti, che venga utilizzato solamente quando c'è un contatto con le braccia dell'avversario, mai prima. Non si può domare un attacco se non c'è contatto.